sabato 2 maggio 2015

EXPO: LAICITA’ SENZA SPERANZA

Il primo maggio scorso si è aperta al mondo una manifestazione tutta italiana, l’Esposizione Universale  2015, che ha come motivo dominante l’alimentazione ed il cibo nel mondo. Il discorso di apertura  spetta ovviamente al capo del Governo italiano. E poi chi altro parla? Avrebbe un senso il Segretario dell’ONU che rappresenta tutti i paesi del mondo; avrebbe un senso il presidente della FAO, l’organizzazione mondiale per l’alimentazione; potrebbe avere un senso il  neutrale Dalai Lama, così geograficamente contiguo al Nepal  ove solo cinque giorni prima si è consumata una strage di migliaia di morti  per il terremoto in un paese stupendo ma povero  e oggi tremendamente affamato e senza viveri. E invece no, su un vistosissimo mega schermo viene trasmesso un discorso del capo di una sotto religione che non rappresenta neppure un quinto del pianeta, i cattolici, a sua volta frazione ricchissima, potente  e sfarzosa  della più generale religione cristiana, a sua volta una delle fin troppe religioni esistenti nel mondo.

C’è da chiedersi: perché tanto provincialismo di bottega? Bisogna ammettere che hanno ben lavorato gli ubiqui templari e proconsoli vaticani per imporre alla Repubblica (laica?) italiana questo happening neo-clericale di sapore pre-unitario. E chi sa se, di questo passo, un giorno aprendo il nostro frigo a casa non ci accorgeremo che ci hanno messo dentro a nostra insaputa un santino di padre Pio! O che Francesco 1° si stia perdendo per strada sulle orme del culto della personalità del cesare-papismo di Wojtyla?

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