mercoledì 14 gennaio 2015

SE C'E' IL MERCATO SPERIAMO CI SIA ANCHE LA LIBERA "BORSA" DELLE RELIGIONI IN FUNZIONE DEI MERITI


Per la Chiesa è duro accorgersi che le religioni sono sul “mercato” come un prodotto e che il cattolicesimo è uno di questi”.

Queste le parole di alto valore semantico, politico e simbolico di un intellettuale cattolico di alto lignaggio culturale come Andrea Riccardi, professore di storia contemporanea e presidente-fondatore della Comunità di s.Egidio. Se per “mercato” intendiamo il luogo fisico o virtuale ove poter trovare ciò che si cerca, certamente in ogni società civile e libera dovrebbe esistere un “mercato” delle idee e delle teorie relative alle religioni con libertà di opzione , interscambio, osmosi e abbandono, se non esistesse l’ostacolo delle loro resistenze, proselitismo, minacce di pene ultraterrene, che rendono  al riguardo la società come la foresta pietrificata. Altrimenti,volesse il cielo! fosse come sentenzia Riccardi, significherebbe laicità, libertà interiore di orientamento e possibilità autonoma di scelta, rispetto per le idee altrui e potatura di tante favole, superfetazioni , suggestioni e superstizioni che rendono  tante narrazioni religiose sia non credibili sia incompatibili col senso comune e il principio di realtà.

lunedì 5 gennaio 2015

LA CORTE DEI CONTI FA LE PULCI ALLA LEGGE SULL'OTTO PER MILLE


A manifestare una severa critica verso il meccanismo “diabolico” dell'otto per mille dell'Irpef, non è stato questa volta un opinionista poco benevolo verso il Vaticano, ma un organo dello Stato, la Corte dei Conti, in una relazione intitolata “Destinazione e gestione dell'otto per mille dell'Irpef” del 23 ottobre scorso e diffusa in questi giorni. 
Le cose che dice la Corte dei Conti non sono nuove, la novità è che a dirle è un organo dello Stato al quale è affidata la funzione di magistratura contabile.
Le cifre riportate parlano chiaro: solo il 46% dei contribuenti firma per l'otto per mille; la parte della torta non attribuita viene ripartita sulla base delle scelte operate da questo 46%, e la parte d'incasso derivante dalle quote non espresse supera quelle espresse: per fare un esempio, nel 2011 la Chiesa cattolica ha ricevuto l'82,28% delle risorse rispetto al 37,93% delle scelte espresse.
La Corte dei Conti riconosce che questo meccanismo è spiegato in maniera poco chiara nel modello di dichiarazione, che lo Stato non fa campagna per l'otto per mille  e che sul sito della presidenza del Consiglio non risulti come i beneficiari abbiano utilizzato i fondi, invitando il Governo a porre rimedio al complesso dei rilievi formulati
Come nel caso della legge elettorale “porcellum” c'è voluto l'intervento della Corte Costituzionale per convincere la classe politica a mettere mano alla legge elettorale, così è prevedibile (o almeno si spera) che l'intervento di un'altra magistratura, quella contabile, riesca a dare la sveglia per la modifica della legge sull'otto per mille.

Gaetano Toro